sabato 3 settembre 2016

Ponte Tibetano nel Progetto VA.PO.RE

17.09.2016 INAUGURAZIONE del PONTE TIBETANO sulla STRADA del RE

L'apertura al pubblico del Ponte a corde, curato dell'Arch. Carlo Costa, sarà domenica 18 settembre.
Ufficialmente verrà inaugurato sabato 17 settembre alla presenza delle autorità invitate.
www.viapasubio.it



 => Il PROGETTO (in pdf)


Sospesi a 30 metri con il ponte tibetano. Domani 18.09.2016 l'apertura

VALLI DEL PASUBIO. È arrivato il gran giorno dell'inaugurazione dell'atteso “ponte tibetano” sulla Strada del Re tra l’ossario e Campogrosso. Cerimonia a numero chiuso per il fatidico taglio del nastro, ma da domani, domenica 18 settembre, il ponte sarà aperto al pubblico. La passerella si trova sospesa a 30 metri d'altezza ed è sorretta da due ancoraggi posti a 105 metri di distanza l’uno dall’altro, ancorati alla roccia tramite robusti tondini lunghi diversi metri.

«Sono sicuro che il ponte a corde sospeso che ci restituisce l’anello del Sengio Alto richiamerà molti appassionati escursionisti proprio per la sua unicità che restituisce a questo ambito delle Piccole Dolomiti un percorso di estremo valore paesaggistico, un tratto che tutti vogliamo sia esteso al più presto per completare l’altro sentiero, quello che partendo da Bocchetta Campiglia si concluda a Recoaro in una ventina di chilometri attrezzati e messi in sicurezza». Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto saluta così l’inaugurazione del ponte di corde sopra la frana che aveva reso impraticabile la strada del Re bloccando così anche agli escursionisti il collegamento tra l’Ossario del Pasubio e il Rifugio di Campogrosso.
«Era ancora assessore in Provincia quando venivo costantemente sollecitato dalla realtà locale che mi chiedeva sopralluoghi, sollecitava studi, avanzava proposte per ripristinare la Strada del Re, tra le più belle nel Vicentino per il panorama che offriva degno appunto delle grandi strade dolomitiche proprio nel tratto tra Campogrosso e l’Ossario del Pasubio, ma minata dalle frane che l’avevano resa inevitabilmente inagibile e insicura. Con questo voglio testimoniare che gli amministratori locali da sempre hanno tentato di intervenire, scontrandosi spesso con la dura realtà delle analisi geologiche, che confermavano la pericolosità del movimento franoso e l’impossibilità di ripristinare il vecchio percorso stradale: non solo i costi sarebbero stati troppo elevati, ma nessuno poteva garantire la sicurezza. Così - continua Ciambetti - ho salutato veramente con grande soddisfazione la svolta nata attorno al progetto Va.Po.Re., avviata nel 2011, che ha visto i tre comuni di Valli, Posina e Recoaro, presentare progetto complesso da circa un milione di euro, finanziato per il 75% dalla Regione del Veneto e per il quale mi sono speso ben sapendo l’importanza di questa proposta. Il ponte odierno, infatti, è solo uno dei sette stralci che caratterizzano questo percorso eccezionale che unisce Bocchetta Campiglia con Recoaro nel quale la Regione del Veneto crede fermamente».
Il presidente Ciambetti poi sottolinea un dato: «Questa estate è stata funestata da decine di incidenti mortali nelle Alpi e Prealpi e anche nel Vicentino ci sono stati eventi tragici - ha detto il presidente del Consiglio regionale - Ciò pone a noi tutti il problema della sicurezza: nessun sentiero attrezzato riuscirà ad azzerare i rischi, ma è pur vero che un sentiero adeguatamente sistemato contribuisce a diminuire i pericoli. Il progetto Va.Po.Re ha questa ambizione e penso che il ponte sospeso di Valli del Pasubio sia testimonianza di ciò. Sono sicuro che molti appassionati già dai prossimi giorni metteranno a prova le loro sensazioni, il senso dell’equilibrio o sfideranno le vertigini: a tutti consiglio comunque prudenza ed estrema cautela. Questo ponte è un bellissimo strumento messo al servizio di tutti, non è una giostra e la montagna non è un parco dei divertimenti, ma pretende sempre rispetto e molta attenzione». 

Si cammina sospesi a 30 metri col ponte tibetano

28.08.2016
VALLI DEL PASUBIO. A Valli del Pasubio in tanti toccano ferro. Anzi, acciaio. Dopo tanti rinvii, ritardi, problemi tecnici e voci incontrollate (ad esempio quella sul presunto crollo dei piloni circolata una ventina di giorni fa) il sindaco Armando Cunegato ha stabilito il giorno per l’inaugurazione del “ponte tibetano” sulla Strada del Re tra l’ossario e Campogrosso. Taglio del nastro il 17 settembre, con una cerimonia a numero chiuso. L’apertura al pubblico invece è prevista per il 18, salvo imprevisti che potrebbero farla slittare ancora di qualche giorno. I lavori in ogni caso sono in fase molto avanzata.
IL PONTE. I quattro spessi cavi d’acciaio che costituiscono la struttura portante dell’opera sono già stati tesi tra i due ancoraggi, posti a 105 metri di distanza l’uno dall’altro e ancorati alla roccia tramite robusti tondini lunghi diversi metri. È appena cominciata invece la posa delle strutture in grigliato, sempre d’acciaio, che costituiranno il pavimento della passerella, ma la campata unica sospesa a 30 metri d’altezza offre già uno spettacolo impressionante. Si tratterà poi di fissare le barre verticali dei parapetto. La struttura poi sarà attraversabile a piedi senza difficoltà. Vertigini permettendo.
TURISMO. In realtà il termine “ponte tibetano” con cui l’opera è stata battezzata dalla vox populi è improprio: quel tipo di struttura prevede infatti solo tre corde: una più grossa su cui camminare e due come corrimano. Più corretta è la definizione di ponte di corde in acciaio. La si chiami in un modo o nell’altro, è sicuro comunque che la presenza dell’opera non passerà inosservata. Se non è il più lungo d’Italia nel suo genere, di certo rientra fra gli esemplari notevoli dell’arco alpino. E il suo potenziale turistico non è stato un aspetto secondario nella scelta della sua costruzione.
LA STRADA. La necessità di un’opera come questa è emersa nel 2008 quando un’ampia frana ha fatto crollare un tratto della Strada del Re, che collega Pian delle Fugazze, l’Ossario e passo Campogrosso, interrompendo così uno dei più amati anelli escursionistici delle Piccole Dolomiti. Le stime per il ripristino della carrozzabile erano di circa 2 milioni di euro «con l’incertezza di futuri smottamenti» sostiene il sindaco di Valli Armando Cunegato. Per lui la scelta del ponte di corde è stato un «giusto compromesso» tra i costi (300 mila euro circa) e la durevolezza nel tempo.
OSTACOLI. La costruzione del ponte, approvata nel 2013, è stata rallentata però da imprevisti di ogni tipo. Prima le obiezioni di coloro che ritenevano l’opera inutilmente costosa e inadeguata alle esigenze di mobilità e soccorso. Poi il meteo avverso e le nevicate eccezionali. E ancora la necessità di spingersi più in profondità di quanto si pensava con le fondamenta. Ostacoli che hanno reso quei cento metri di salto nel vuoto quasi insormontabili. E così l’inaugurazione è slittata di stagione in stagione. Oggi però (mentre sta per scadere l’ultima proroga di 120 giorni), l’altro lato del precipizio sembra essere più vicino.
Elia Cucovaz

Un lungo ponte tibetano fino a passo Campogrosso

Tratto da TRENTINO CORRIERE ALPI
29 agosto 2016 - Vallarsa, la struttura in cavi d’acciaio verrà inaugurata dopo metà settembre. Mette 
in comunicazione il sacrario del Pasubio, in Veneto, col versante trentino.
Il ponte. I quattro spessi cavi d’acciaio che costituiscono la struttura portante dell’opera sono già stati tesi tra i due ancoraggi, posti a 105 metri di distanza l’uno dall’altro e ancorati alla roccia tramite robusti tondini lunghi diversi metri. È appena cominciata invece la posa delle strutture in grigliato, sempre d’acciaio, che costituiranno il pavimento della passerella, ma la campata unica sospesa a 30 metri d’altezza offre già uno spettacolo impressionante. Si tratterà poi di fissare le barre verticali dei parapetto. La struttura poi sarà attraversabile a piedi senza difficoltà. Vertigini permettendo.
Turismo. In realtà il termine “ponte tibetano” con cui l’opera è stata battezzata dalla vox populi è improprio: quel tipo di struttura prevede infatti solo tre corde: una più grossa su cui camminare e due come corrimano. Più corretta è la definizione di ponte di corde in acciaio. La si chiami in un modo o nell’altro, è sicuro comunque che la presenza dell’opera non passerà inosservata. Se non è il più lungo d’Italia nel suo genere, di certo rientra fra gli esemplari notevoli dell’arco alpino. E il suo potenziale turistico non è stato un aspetto secondario nella scelta della sua costruzione.
La strada. La necessità di un’opera come questa è emersa nel 2008 quando una grossa frana ha fatto crollare un tratto della Strada del Re, che collega Pian delle Fugazze, l’Ossario e passo Campogrosso, interrompendo così uno dei più amati anelli escursionistici delle Piccole Dolomiti. Le stime per il ripristino della carrozzabile erano di circa 2 milioni di euro «con l’incertezza di futuri smottamenti» sostiene il sindaco di Valli Armando Cunegato. Per lui la scelta del ponte di corde è stata accolta come un ragionevole compromesso tra i costi (circa 300 mila euro) e la durevolezza nel tempo.
Ostacoli. La costruzione del ponte, approvata nel 2013, è stata rallentata però da imprevisti di ogni tipo. Prima le obiezioni di coloro che ritenevano l’opera inutilmente costosa e inadeguata alle esigenze di mobilità e soccorso. Poi il meteo avverso e le nevicate eccezionali. E ancora la necessità di spingersi più in profondità di quanto si pensava con le
fondamenta. Ostacoli che hanno reso quei cento metri di salto nel vuoto quasi insormontabili. E così l’inaugurazione è slittata di stagione in stagione. Oggi però (mentre sta per scadere l’ultima proroga di 120 giorni), l’altro lato del precipizio sembra essere più vicino.


Ponte tibetano, slitta a fine estate l’apertura

TRATTO dal GIORNALE DI VICENZA - 21.06.2016

Slitta di un paio di mesi l'apertura dell'attesissimo ponte sospeso sull'anello tra Pian delle Fugazze e passo Campogrosso, collegamento tanto agognato da amministratori, escursionisti e appassionati di montagna da quando una frana nel 2008 cancellò un tratto di percorso.

L'apertura era stata annunciata per metà giugno ma bisognerà attendere ancora, a causa di alcuni contrattempi. «Come riferitomi dai tecnici che stanno seguendo l'intervento – spiega il sindaco Armando Cunegato - si andrà probabilmente alla fine di agosto, a seguito di alcuni problemi alle funi. Mi spiace molto perchè questo non giova al turismo estivo».Il cosiddetto ponte tibetano è una struttura di corde d'acciaio con una campata unica di oltre 100 metri, che si eleverà per oltre 30 metri sopra il terreno. Verrà realizzato nell'ambito del progetto “Va.po.re”, che riunisce i comuni di Valli Posina e Recoaro. In questo senso sono già partiti gli interventi di sistemazione dell'anello di Campogrosso, affinchè la strada sia pronta e in sicurezza al momento dell'inaugurazione a fine estate. S.D.C.                                 

Ponte da brivido: 100 metri di corde d’acciaio e funi sospese nel vuoto

TRATTO dal GAZZETTINO 09.06.2015

VALLI DEL PASUBIO – L’alta Valleogra avrà per la fine dell’estate la tanto attesa opera che sarà un forte richiamo turistico: il “ponte tibetano”, una struttura pedonale che permetterà di superare la frana sulla Strada del Re, poco dopo l'Ossario di colle Bellavista, e renderà di nuovo percorribile il cosiddetto "anello di Campogrosso", inagibile dell’alluvione del novembre 2010.

Il ponte sospeso, costituito da corde d’acciaio, con funi a servire da passamani e una base per il marciapiede costituita a sua volta da travi di legno, avrà una campata unica di oltre 100 metri e si eleverà per oltre 30 metri sopra il cedimento del terreno che ha reso inagibile la via.

Del ponte tibetano si parla dal 2012 ed è stato contestato da alcuni perché ritenuto inutile a soddisfare le esigenze di mobilità e soccorso. Secondo l'amministrazione comunale di Valli del Pasubio invece, oltre a collegare la strada interrotta dalla frana, fungerà da innovativa attrazione turistica. Il progetto del ponte tibetano rientra nel pano "Va.Po.Re" (acronimo delle iniziali dei tre Comuni coinvolti di Valli, Posina e Recoaro) che punta a realizzare una pista ciclo-pedonabile lunga oltre 20 chilometri: da Bocchetta Campiglia a Recoaro Mille, attraversando splendidi panorami delle vallate del Leogra e dell'Agno. Il sindaco di Valli, Armando Cunegato è preciso: "vogliamo che la Strada del Re torni percorribile da pedoni e ciclisti. Per questo siamo disposti ad accollarcela. Con 180 mila euro costruiremo un ponte tibetano che passerà sopra la frana. Creeremo pure una grande ciclabile che sarà un’eccellente opportunità per rilanciare il turismo prealpino e porterà sulle nostre montagne tanti cicloturisti alla ricerca di panorami nuovi". 
Vittorino Bernardi










Hanno preso il via ufficialmente i lavori per il tanto chiacchierato Ponte “tibetano” di Valli del Pasubio, l’originale soluzione infrastrutturale adottata dall’Amministrazione Cunegato per risolvere il problema della grossa frana che ha interessato la Strada del Re, che collega il Passo Pian delle Fugazze a quello di Campogrosso cingendo nella parte anteriore la catena del Sengio Alto.












Il tratto in questione, franato pesantemente da qualche anno, si incontra dopo poche centinaia di metri muovendosi in direzione Ossario del Pasubio-Campogrosso, ed era diventato un importante problema di sicurezza per tutti coloro che decidessero di percorrere la Strada del Re. “In seguito a perizie geologiche, le quali ci hanno confermato che la frana è molto profonda, abbiamo capito che la sistemazione con metodo classico avrebbe comportato svariati milioni di euro” ha dichiarato Armando Cunegato, Sindaco di Valli, “perciò abbiamo adottato questa soluzione, pratica, sicura, economica e turisticamente accattivante”.
La realizzazione del Ponte, con annessa pulizia e sistemazione della strada, è il primo stralcio del progetto VA.PO.RE, programma regionale creato nel 2010 per la riqualificazione delle piccole dolomiti tra Valli, Posina e Recoaro. Vale complessivamente 300.000 euro, finanziati quasi totalmente dalla Regione.
Sarà lungo 105 metri con un’altezza massima di 35 e dislivello di 2, largo 70 cm con le sponde altre 130, pavimentato con uno spesso strato di acciaio forato, e ancorato sui due lati di appoggio da grossi sostegni di calcestruzzo realizzati dalla ditta Dalla Gassa. Sarà sostenuto da varie corde di acciaio e antivento, e scavalcherà il tratto franato sorvolandolo. E’ stato definito semplicisticamente “tibetano” in virtù del suo essere totalmente sospeso, ma di fatto la sua consistenza e struttura sono molto solide, e la stabilità del terreno “è continuamente monitorata dai carotaggi che stiamo facendo”, come puntualizzato dall’architetto Carlo Costa, direttore dei lavori.
La ditta Gheller vincitrice dell’appalto ha iniziato i lavori il 13 maggio, e secondo Costa la conclusione è prevista alla fine dell’estate. Grande soddisfazione è stata espressa da Cunegato, poiché “abbiamo risolto un problema sanguinoso per il turismo e la viabilità montana del nostro Comune, che una volta finiti i lavori sarà ripristinata assieme al celebre anello di Campogrosso”. “Tecnicamente è la soluzione migliore – ha proseguito – ma anche sotto il profilo dell’innovazione è un ottimo progetto, come confermatoci  dagli addetti ai lavori. Siamo fiduciosi che sarà una grande attrattiva – ha concluso – che riporterà molte persone a camminare nel nostro territorio”.
Federico Pozzer

Un ponte sulla Strada del Re per dare slancio al turismo


TRATTO dal GIORNALE DI VICENZA 07.03.2012
Il Comune di Valli chiede alla Provincia un regalo speciale: la Strada del Re. E forse lo otterrà in settimana. Si chiama così perché Vittorio Emanuele III, dopo aver reso omaggio alle vittime della Prima Guerra Mondiale sul colle di Bellavista, la percorse per raggiungere Recoaro. È questione di giorni ma da palazzo Nievo dovrebbe arrivare il “sì" che sblocca la situazione. Da un anno e mezzo sulla carrozzabile di cinque chilometri che dall'Ossario del Pasubio arriva al rifugio di Campogrosso grava una grossa frana che impedisce il transito non solo dei veicoli ma anche degli escursionisti. A Vicenza non ci sono soldi per sistemarla, con il rischio che l'impercorribilità rimanga a lungo, e allora Valli si fa avanti per ottenerne la proprietà e passare poi alla costruzione di un ponte tibetano che bypassi l'ostacolo. L'operazione rientra nel progetto “Vapore” che prende il nome dalle iniziali dei tre Comuni coinvolti: Valli, Posina e Recoaro. Vale un milione di euro, 750 mila dei quali finanziati dalla Regione tramite l'Intesa Programmatica d'Area. Il resto sarà scucito dal terzetto di enti che punta a realizzare una pista ciclo-pedonabile lunga oltre 2o chilometri che da Bocchetta Campiglia porta a Recoaro Mille superando quota 2 mila e attraversando i più bei panorami delle vallate del Leogra e dell'Agno. Una manna per gli escursionisti e per gli appassionati della Grande Guerra. Dovrebbe essere pronta per il 2014, alla vigilia del centenario bellico ma serve prima superare l'ostacolo della frana, che non sarà rimossa. Troppo elevati i costi, come spiega il sindaco valligiano Armando Cunegato: «Vogliamo che la Strada del Re torni percorribile da pedoni e ciclisti. Per questo siamo disposti ad accollarcela. Con 180 mila euro costruiremo un ponte tibetano che passerà sopra la frana. Il progetto è già pronto, manca appunto l'ok della Provincia. Creeremo una grande ciclabile che sarà un'eccellente opportunità per rilanciare il turismo prealpino e porterà sulle nostre montagne tanti cicloturisti alla ricerca di panorami nuovi». È d'accordo il collega Andrea Cecchellero di Posina: «Si tratta di un progetto importante per la nostra economia. Il percorso partirà dal nostro laghetto Main, a ridosso del centro posinate, per arrivare a Recoaro, passando per passo Xomo, la strada degli Scarubbi, il rifugio Papa, scendere al Pian delle Fugazze, salire all'Ossario per arrivare in territorio recoarese». Dove il progetto trova pieno appoggio, come conferma il sindaco Franco Perlotto: «Non solo favoriremo lo sviluppo di un'area protetta ma daremo l'occasione di collegare fra loro numerosi siti della Grande Guerra, ripristinando alcuni passaggi. Il percorso attraverserà anche il Rotolon, tanto che stiamo studiando la soluzione migliore»
Mauro Sartori.


Considerazioni del Presidente del CAI di Schio

11.11.2014


Valli. L’opposizione: ‘Sindaco illumina gallerie e non contrade’. Cunegato: ‘Illazioni’ e spiega Va.po.re.


TRATTO da ALTOVICENTINO ON LINE 08.07.2013

Tira aria di campagna elettorale a Valli del Pasubio. A un anno dalle prossime amministrative la minoranza è scesa all’attacco con alcuni manifesti contro il Sindaco provocando la reazione di Armando Cunegato che, con l’aria di chi ha le carte in regola per non temere la contestazione, ha replicato: ‘Sono illazioni nate da una notizia interpretata nel modo sbagliato. Accetto la sfida, ma dovrebbero informarsi meglio’.

A Valli del Pasubio e dintorni gira infatti la voce che le 52 gallerie, storico teatro di guerra nel Monte Pasubio e percorso di trekking tra i più affascinanti, verranno illuminate. Questo ha portato il gruppo di minoranza del ‘paese della sopressa’ a scendere in campo contro il suo Sindaco con dei manifesti che recitano più o meno così: ‘Il Sindaco di Valli illumina le gallerie del Pasubio, peccato che in 4 anni non abbia installato nessun nuovo punto luce nelle contrade. Un progetto da 133 mila euro. Quanti schei trati via’.
Di che cosa si tratta quindi? Di un luna park a sfondo storico per gli appassionati della montagna? Di un’attrattiva che fa da contorno alla prelibata sopressa di Valli? Di un punto luce che illumina la storia della Val Leogra? Niente di tutto ciò secondo Cunegato, che un po’ restio a rispondere a certe accuse, ha poi deciso di replicare a qualcosa che lui ritiene ‘lontano dalla realtà’.
E così si spiega: ‘Premetto che le strade e contrade di Valli sono illuminate. Mancano solo 5 o 6 punti luce che non sono determinanti e che comunque entro l’anno saranno attivi. Ma il punto chiave del discorso riguarda l’illuminazione delle 52 gallerie del Pasubio. Ci tengo a sottolineare che le gallerie non saranno illuminate. 3 gallerie saranno dotate di un’installazione dell’artista Marco Nereo Rotelli e si tratta di opere d’arte che omaggiano la storia della nostra montagna e renderanno ancora più interessante il percorso per tutti quei turisti che ogni anno, con il sole, la pioggia e il maltempo, gratificano la nostra zona con la loro presenza’.
Quello che alcuni definiscono ‘l’illuminazione delle gallerie’ è un progetto che vedrà la luce grazie a fondi della Regioni destinati allo sviluppo turistico.
‘Siamo all’interno del progetto Va.Po.Re. (Valli, Posina, Recoaro) – ha spiegato Cunegato – per il quale abbiamo ottenuto un fondo di 1 milione di euro. 750 mila li mette la Regione mentre gli altri 250 mila vengono sborsati da 3 Comuni (Valli, Posina e Recoaro) che collaborano perché concordiamo nel fatto che sia un’opportunità unica per rilanciare il turismo, che se sviluppato nel modo corretto può rappresentare una fonte di reddito importante per le attività locali’.
Nel progetto Va.Po.Re. ci sono fondamentalmente 3 interventi di primo piano, tutti destinati allo sviluppo turistico: l’opera d’arte nelle gallerie, il ponte a corde che riapre la strada di Campo Grosso bypassando la frana, e la sistemazione di strade e percorsi che al momento non sono transitabili o non sono sicuri.
‘Siamo orgogliosi – ha detto Cunegato – perché è il primo vero investimento che viene fatto su un’area che non ha mai ricevuto fondi. In passato la nostra era una zona turistica stimata e vorremmo tornare a darle il giusto rilievo. Con questi soldi vogliamo sviluppare e mettere in sicurezza il percorso delle 52 gallerie, rispristinare percorsi che finora sono stati considerati solo sportivi, e sistemare strade per le quali altrimenti non avremmo i soldi. Gli interventi toccheranno sentieri di Posina, Passo Xomo, Malga Prà, Enna in Campiglia, eccetera. Il progetto completo delle gallerie costa circa 150 mila euro. La zona, che è già un museo a cielo aperto, avrà un’attrattiva maggiore e la strada verrà messa in sicurezza perché in alcuni punti è molto pericolosa’.
Cunegato ammette che non sempre l’intervento sarà quello migliore, come nel caso del ponte a corde. Spiega: ‘Siamo consapevoli delle critiche, però questo è il meglio di ciò che si può fare e le valutazioni di tecnici competenti lo confermano. Il ponte riapre la strada di Campo Grosso e porterà molti turisti a frequentare la zona. Il grande lavoro che stiamo portando avanti per sviluppare il turismo segue di pari passo la legge regionale dell’assessore Marino Finozzi. Il progetto non toccherà solo Valli del Pasubio, ma tutta l’area pedemontana e coinvolge anche la vicina ricorrenza del centenario della Grande Guerra per la quale si prevede un grande flusso turistico nelle nostre bellissime montagne. Inoltre – conclude – dobbiamo essere competitivi per confrontarci con il vicino Trentino Alto Adige. Io sono assolutamente convinto che Valli del Pasubio ha delle potenzialità importanti e il mio compito è lavorare per farle emergere’.
Anna Bianchini