giovedì 24 agosto 2017

Alta Via della Grande Guerra

Nascerà l’ "ALTA VIA" di GUERRA
Pasubio, Cimone, Asiago e Grappa

Sara Panizzon  23.08.2017

Le Prealpi vicentine sono un museo a cielo aperto dove, oltre alle bellezze naturalistiche, i visitatori possono ammirare molteplici testimonianze storiche, tra cui forti, sacrari e trincee, che evocano battaglie e ricordi dell'evento che ha maggiormente segnato questo territorio: la Prima guerra mondiale. 
Per valorizzare manufatti bellici e luoghi sacri, il Comune di Schio e l'Unione Montana Spettabile Reggenza dei Sette Comuni hanno ideato il progetto "Alta Via della Grande Guerra delle Prealpi vicentine", itinerario grazie al quale saranno collegati i quattro principali sacrari della Provincia: 
Pasubio, Cimone, Asiago e Grappa. 
Progetto e prospettive saranno illustrate venerdì 25 agosto, alle 21 nel lanificio Conte di Schio, da Manuel Grotto, ideatore dell'itinerario nonché membro del Comitato scientifico regionale per la celebrazione del 100° della Grande Guerra. 
Grotto è stato invitato in concomitanza alla mostra "La Strada delle Gallerie ha 100 anni" in corso sino al 24 settembre a palazzo Fogazzaro a Schio.
Tratto dal Giornale di Vicenza

Adesione al progetto "ALTA VIA"

Silvia Dal Ceredo  22.08.2017

Con uno stanziamento di circa 6 mila euro anche il Comune di Torrebelvicino aderisce al progetto intercomunale "Alta via della Grande Guerra delle Prealpi Vicentine", un percorso che unisce i quattro sacrari simbolo della provincia di Vicenza (Pasubio, Cimone, Asiago e Grappa), attraverso la sistemazione e tabellazione di percorsi escursionistici, nonché il recupero di alcuni manufatti di pregio siti lungo l’itinerario.
Tratto dal Giornale di Vicenza

Nasce l'alta via della Grande Guerra
250 chilometri dal Pasubio al Grappa

di Vittorino Bernardi

SCHIO/BASSANO - Un percorso di 250 chilometri tra Schio e Bassano del Grappa, dal sacrario militare del Pasubio a quello del Grappa, passando per quelli del Cimone a Tonezza e del Leiten ad Asiago

Per celebrare il centenario della Grande Guerra la Regione Veneto, la Provincia di Vicenza e trenta Comuni vicentini si sono attivati per aprire l'Alta Via della Grande Guerra, su un percorso in montagna per collegare idealmente i quattro sacrari vicentini dedicati al primo conflitto mondiale e una quarantina di siti militari.

È previsto un costo di circa un milione di euro per realizzare il percorso 250 chilometri di collegamento dei sentieri già esistenti. La Regione ha messo a disposizione 665mila euro attingendo dal fondo regionale per lo sviluppo e la coesione. Per i restanti euro (circa 250mila) sono allo studio le soluzioni, equamente divise per i diversi Comuni.
Il progetto prevede interventi di ripristino dei sentieri esistenti per collegarli in un unico anello che possa sviluppare il turismo storico. Sono interessati i territori di 30 Comuni, a partire da Schio (promotore della proposta) fino a Bassano passando per Valli di Pasubio, Tonezza e Valdastico, per toccare le cuglie del Pasubio, del Novegno e del Cimone. Dalla Valle dell’Astico il percorso salirà sull’Altopiano di Asiago, passando per i forti di Campolongo e Verena fino al sacrario militare del Leiten di Asiago, e per raggiungere il monte Ortigara e scendere a Valstagna attraverso Gallio e Foza.
Da Valstagna altra salita per il percorso, attraverso la valle del Brenta fino a Cismon, per raggiungere il sacrario del Monte Grappa e scendere a Bassano fino al ponte degli alpini. I tempi stringono, i lavori dovranno partire con l’arrivo della primavera.
Tratto dal Il Gazzettino

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sabato 12 agosto 2017

Progetto UNESCO


Il Progetto UNESCO (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization) desidera far riconoscere il Comprensorio delle PICCOLE DOLOMITI (10) al già acquisito territorio delle DOLOMITI, dislocato nei diversi punti indicati nella mappa sottostante.


Attraverso la certificazione del tipo di DOLOMIA e le MAPPE GEOLOGICHE e MORFOLOGICHE del nostro territorio puntiamo nella sicurezza di questa acquisizione.
esempio di mappa geologica dolomitica

mappa delle diverse zone dolomitiche


La Fondazione UNESCO DOLOMITI ha ottenuto nell'anno 2009 il riconoscimento. Ecco il testo:

"Nel 2009 l’UNESCO ha iscritto le Dolomiti tra i Patrimoni naturali dell’umanità. Si tratta di un Bene complesso sia dal punto di vista geografico che amministrativo, composto da nove Sistemi ed esteso su 142mila ettari in 5 Province e 3 Regioni. Nel 2010 nasce, in accordo con UNESCO, la Fondazione, il cui compito è garantire una gestione efficace del Bene seriale, favorirne lo sviluppo sostenibile e promuovere la collaborazione tra gli Enti territoriali che amministrano il proprio territorio secondo diversi ordinamenti."

mappa di riconoscimento delle zone dolomitiche

mappa zone dolomitiche

libretto esplicativo delle DOLOMITI
Patrimonio Mondiale UNESCO

La Nascita delle Dolomiti

"De ròba vèyes
e de prúmes témpes
ay ó aldí
e vo kanté bayédes
"
Di fatti antichi
e tempi remoti
io ho conoscenza
e voglio raccontarvi
Introduzione dei Cantastóries ladinici



 
Nel luglio 1791 l´aristocratico, avventuriero e naturalista Diedonnè-Silvain-Guy-Tancrede de Gvalet de Dolomieu pubblica un breve articolo su un particolare tipo di calcaree che non reagiva con l´acido e che lui stesso aveva raccolto durante uno dei suoi viaggi nel Tirolo. Tre anni dopo il naturalista Richard Kirmandescrive questo tipo di roccia come Dolomia, da cui alla fine deriva il nome dei monti pallidi -le Dolomiti.  Per lungo tempo la genesi delle dolomia e sopratutto la morfologia delle Dolomiti -  caratterizzata  da ripide cime circondati da ampie vallate - rimase un segreto insolvibile. 

Antiche leggende narrano che tanto tempo fa le Dolomiti erano un regno di monti scuri ricoperti da tenebre foreste. Il giovane principe di questo regno amava andare a caccia in queste foreste, dove un giorno incontro una fanciulla di straordinaria bellezza e la pelle bianca come la neve. Fu amore a prima vista e poco dopo fu celebrato il matrimonio. Ma la ragazza ben presto fu colta da una grande tristezza e si ammalo. Il principe chiese alla sua sposa cosa fosse il motivo del suo dolore, e lei rivelò che era la figlia della luna e che quei monti scuri al di fuori del castello la deprimevano. Il principe propose che entrambi ritornassero sulla luna, ma questo era impossibile, dato che nessun terrestre potrebbe sopportare il bianco candido del paesaggio lunare senza impazzire. 


Disperato il principe ritorno nella foresta. Ben presto perse il sentiero, quando all'improvviso senti un lamento. Su una pianura vide un ometto con una lunga barba bianca. "Chi sei é perché sei tanto infelice" chiese il principe? "Io sono il re dei nani, e mi dispero per il destino del mio popolo, che é stato scacciato dalle sue terre e nessuno ci vuole accogliere, poiché queste terre sono già occupate." Il principe a sua volta racconto il suo triste destino e del suo amore impossibile. A un tratto il re dei nani esclamo "ascoltate, entrambi i nostri problemi possono essere risolti, prometteteci solo che le terre spoglie delle vostre montagne siano nostre." Il principe acconsentì, anche se incredulo.
In quella stessa notte i nani cominciarono a filare la luce candida della luna in un filo di puro argento e ad avvolgere le scure rocce con esso. Ben presto le ripidi pareti che sovrastavano le vallate luccicavano in un bianco sovrannaturale. Grande fu la gioia nel regno quando la principessa - vedendo la trasformazione del paesaggio - ritrovó la sua gioia di vivere. Da allora queste montagne furono conosciute come i Monti Pallidi.


La soluzione scientifica - ma non di meno fantastica - sarà trovata in un luogo insospettato e lontano dalle odierne  montagne.

Come l´antica dea della bellezza Venere anche le Dolomiti sono figlie dell´oceano.

Nel 1704 un certo Mr. Strachan pubblica una descrizione di una barriera corallina, basandosi su resoconti di marinai e altri naturalisti, in cui menziona la "crescita" delle rocce che la compongono. Tra il 1772 e il 1775 il naturalista di origine tedesca Georg Forsteraccompagna il capitano James Cook su una delle sue esplorazioni. Forster riconosce l´origine biologica della struttura corallina, costruita da coralli e alghe, e riporta che un atollo può raggiungere un incredibile spessore di 300 a 600 metri.
Quasi mezzo secolo più tardi un giovane naturalista inglese rivoluzionerà le conoscenze sulla geologia degli atolli. Charles Darwin comprende che gli organismi che costruiscono la barriere corallina necessitano la luce solare per  la loro fotosintesi (per lungo tempo i polipi verranno considerati delle piante, quando di fatto si tratta di una simbiosi di animali con alghe monocellulari). Lo spessore degli atolli può essere spiegato con il lento sprofondamento della base di origine vulcaniche, su cui si insediano i primi coralli e che colmano il spazio tra il fondale marino e la superficie del mare.

Il libro che Darwin pubblicherà nel 1842 sulla "The Structure and Distribution of Coral Reefs" influenzerà a sua volta il geologo austriaco Baron Ferdinand F. von Richthofen che nel 1860 studia la geologia delle Dolomiti. Richthofen riconosce che le vallate e le colline che circondano le vette dolomitiche si sono sviluppate nei sedimenti facilmente erodibili di antichi bacini marini. Gli ammassi dolomitici invece sono le antiche barriere coralline, che composte da dura e cementificata roccia dolomitica resistono alle intemperie e all´erosione.
  
Fig.4 "La barriera di Richthofen", resti di una barriera corallina triassica che progrediva nei bacini sedimentari - perlopiù marne e arenarie - della formazione di San Cassiano e La Valle, immagine ripresa da MOJSISOVICS 1879.

Bibliografia:

DARWIN, C. (1898): The Structure and Distribution of Coral Reefs. 3th edition, D. Appleton & Co., New York: 214
DOBBS, D. (2005) Reef Madness: Charles Darwin, Alexander Agassiz and the meaning of coral. Pantheon Books: New York 
FISCHER, A.G. & GARRISON, R.E. (2009): The role of the Mediterranean region in the development of sedimentary geology: a historical overview. Sedimentology 56: 3-41
 
MOJSISOVIC, E.v. (1879): Die Dolomit-Riffe von Südtirol und Venetien: Beiträge zur Bildungsgeschichte der Alpen. Alfred Hölder, Vienna: 551
 
SCHLAGER, W. & KEIM, L. (2009): Carbonate platforms in the Dolomites area of the Southern Alps - historic perspectives on progress in sedimentology. Sedimentology 56: 191-204

venerdì 11 agosto 2017

Turismo ACCESSIBILE


Una Montagna per tutti


Il Progetto "Una Montagna per tutti" dedidera far conoscere i punti di riferimento per le persone con difficoltà motorie e fisiche, diversamente abili, mettendo a disposizione le strutture ricettive abilitate, e offtire la possibilità di accedere a tutii gli altri servizi utili per il buon soggiorno nel Comprensorio "Piccole Dolomiti".

Il Progetto "Diversamente Agibile” nasce dal presupposto che nessuno meglio di chi ne usufruisce può recensire un servizio.

In questo caso si parla di accessibilità a strutture e attrazioni turistiche in genere (hotel, bar e ristoranti, musei, ecc…).

STRUTTURE

Inoltre le strutture stesse ci possono informare sulla propria accessibilità, offrendo però qualcosa in più della semplice segnalazione che vediamo in molti siti web. Quello che desideriamo è la possibilità di avere foto dei bagni accessibili e della stanza accessibile, in più dettagli sull' accesso alla struttura, sia esterno che interno (ascensore, scivoli, quali zone della struttura sono accessibili).

Contemporaneamente l’Associazione Turistica,  offrendo un servizio di informazione ai turisti disabili, nel tempo contatta le varie strutture accessibili offrendo loro la possibilità di ottenere una recensione completa e dettagliata con foto e video,  pubblicizzando la struttura ma allo stesso tempo dando più materiale possibile agli utenti per rendere più facile la propria scelta di viaggio.

RECENSIONI

Ecco l’idea creare questo sito/blog dove raccogliere tutte le esperienze di persone disabili, con reportage scritti, fotografici e filmati dei loro viaggi, in modo da fornire informazioni utili ad altri disabili che vogliono frequentare gli stessi posti. Ovviamente ci potranno essere anche note negative se vi sono incontrate barriere architettoniche o disservizi.
La collaborazione è il cuore di questo progetto.

La recensione della struttura accessibile può avvenire in 3 modi:

1 - La struttura segnala ai suoi eventuali clienti disabili il nostro sito spiegando in breve di cosa si tratta; in questo modo se il cliente accetta la struttura avrà una recensione fatta dal cliente stesso.

2 - Contattiamo la struttura e proponiamo la recensione richiedendo tutte le informazione necessarie (descrizione, foto e misure della stanza e del bagno accessibile); in questo modo la struttura avrà una recensione fatta da noi ma con le informazioni date da loro stessi.

3 - Facciamo un “sopralluogo” alla struttura prendendo le varie misure, facendo foto e video di tutte le zone accessibili; in questo modo la struttura avrà una recensione dettagliata e con particolari rilevanti fatta dal nostro staff.

Le varie recensioni, fatte dai disabili o da noi dello staff, resteranno per sempre nel nostro sito. In più una struttura può essere recensita più volte, oltre quella nostra, tutti i disabili che ne saranno ospiti possono farne una, aumentando così la visibilità della struttura nel web.

Vogliamo che le strutture capiscano che non basta segnalarsi come accessibili per dare un informazione completa o quantomeno esaustiva per dare modo al disabile di percepire se possa fare al caso suo.

Così facendo si potrà aiutare a capire se l’accessibilità dei luoghi o delle strutture “recensite” può andar bene per la propria disabilità oppure necessita di maggiori informazioni.

Vogliamo sottolineare che il progetto è soprattutto indirizzato alle disabilità motorie, ma non si escludono le difficoltà per gli anziani che necessitano di particolari attenzioni, e per le persone con difficoltà alimentari (es.celiaci, diabetici, ecc.).

Il progetto si propone in maniera innovativa, in quanto rende i disabili veri protagonisti del progetto stesso, dando loro la possibilità di assumere ruoli attivi nel cercare di rendere un mondo accessibile a tutti e soprattutto un mondo informato sull’accessibilità.

Ciò si verifica attraverso:

- il sito/blog, dove i disabili raccontano le loro esperienze di viaggi, i loro eventuali disagi e denunce;
- il coinvolgimento dei disabili con giovani di scuole medie inferiori e superiori attraverso incontri socio-culturali;
- tour turistici dei disabili accompagnati dai giovani, il quale sarà un impegno che coinvolgerà scuole, strutture e istituzioni con l’obiettivo di abbattere, ove possibile, e nei tempi adeguati, le barriere architettoniche che impediscono ai disabili di vivere la propria vita in autonomia e senza disagi.

L'associazione turistica fornirà a gruppi di disabili strumenti necessari per sostenere le attività promosse al fine di creare un mondo attivo per le loro esigenze che servirà a far crescere in loro la consapevolezza di poter contribuire alle attività delle città in modo diretto.


PERCHÉ questo Progetto?
Vi è capitato di ricercare sul web strutture accessibili ai disabili, come hotel per il pernottamento, oppure informazioni sui luoghi della città da visitare che non abbiano barriere architettoniche, musei, attrazioni turistiche, bar e ristoranti, tutto ciò che un normale turista deve sapere prima del viaggio.
Le informazioni in internet ci sono ma spesso risultano dispersive e alcune volte fuorvianti e non sempre corrette. La dispersione dipende dal fatto che non c’è un “luogo” comune in rete dove recuperare certe informazioni.

Tutte queste informazioni tuttavia sono solo degli spazi, non un contesto organizzato, competente e ottimizzato soltanto al tipo di servizio. In più spesso le informazioni non sono ben precise e povere di foto dimostrative dell’agibilità sicura di una struttura.

Non raramente capita di leggere “accessibile a disabile” e dopo breve conversazione telefonica rendersi conto che così non era. L’accessibilità poi richiede molte cose e capita che siano soggettive, non sempre una struttura che va bene a un disabile può andar bene a un altro, ma soprattutto il miglior giudizio che si può ricercare in questi casi è proprio quello del disabile stesso, che certamente ha una capacità di analisi superiore, essendone l’utilizzatore.

Questo vale anche per i percorsi della città, per i mezzi di trasporto ecc.

Ecco l’idea di realizzare un sito/blog in cui raccogliere tutte le esperienze di persone disabili, con reportage scritti, fotografici e filmati dei loro viaggi, in modo da fornire informazioni utili ad altri disabili che vogliono frequentare lo stesso luogo.

Così facendo si potrà aiutare a capire se l’accessibilità dei luoghi o delle strutture “recensite” può andar bene per la propria disabilità oppure necessita di maggiori informazioni.


Chi può partecipare?

Disabili motori, diversamente abili.

La parte più importante la faranno i disabili stessi, con i loro reportage dei viaggi effettuati. Ogni viaggio potrà raccontare delle strutture dove si è alloggiato, di quali mezzi di trasporto si può usufruire, delle bellezze locali accessibili, con foto e video quando è possibile. Ovviamente ci potranno essere anche note negative se vi sono incontrate barriere architettoniche o disservizi nei trasporti pubblici.

Le Strutture

Il progetto prevede che siano pure le strutture stesse a informarci della loro accessibilità, offrendo però qualcosa in più della semplice segnalazione che vediamo in molti siti web. Quello che desideriamo è la possibilità di avere foto dei bagni accessibili e della stanza accessibile, in più dettagli sull’accesso alla struttura, sia esterno che interno (ascensore, scivoli, quali zone della struttura sono accessibili).

Vogliamo che le strutture capiscano che non basta segnalarsi come accessibili per dare un informazione completa o quantomeno esaustiva per dare modo al disabile di percepire se possa fare al caso suo.

Chiunque voglia farlo

Ci teniamo a sottolineare che può partecipare chiunque desideri darci il proprio contributo attivo al progetto. Tutti possono segnalare strutture e luoghi accessibili, con foto, video, accompagnate da descrizioni scritte. Tutti possono diventare i nostri angeli “diversamente pensanti“.

Questo è il nostro progetto e speriamo possa diventare anche vostro e di tutti quelli che ne comprendono l’importanza.


Indirizzi Strutture Ricettive
RISTORANTI
OSTELLI
PIZZERIE
TRATTORIE
PANINOTECHE, BRUSCHETTERIE,
FAST FOODS
BIRRERIE, PUB
OSTERIE
ENOTECHE
BARS, SNACK BARS
CAFFETTERIE
TAVOLE CALDE
PASTICCERIE
GELATERIE
         CATERING,         SELF-SERVICE
Vendita Prodotti TIPICI
RIFUGI eMALGHE, CASEIFICI
      PANIFICI     GASTRONOMIE

LOCALI TIPICI
GUSTO e SAPORE
BROCCOLO FIOLARO TROTA e CORGNOI (LUMACHE)
RISOTTI e le ERBETTEBISI e ASPARASE
(PISELLI e ASPARAGI)
PAN MOJO di RONCA' - LA PANA'
POLENTA e OSEJ (UCCELLETTI)
 TORRONE di COLOGNAMARONI - FUNGHI e TARTUFIMELE e MIELE
SIARIESE (CILIEGIE) TIRAMISU' e CIOCCOLATOLA GATA di VICENZA
Aziende Agricole VINICOLE VIN DURELO 
VIN RECIOTO
Vicenzagrifood Vicenza Qualità

martedì 8 agosto 2017

Cercasi Collaboratori


Abbiamo bisogno di COLLABORATORI positivi, costruttivi che sanno stare in team.

- Vogliamo aprire un UFFICIO TURISTICO INCOMING, e fare da REGIA per far conoscere le moltissime PERLE del Comprensorio delle 6 Valli, 47 Comuni.

- Servirebbero REFERENTI in grado di far conoscere l'Ass.Turistica PICCOLE DOLOMITI e l'importanza di avere una già grande di ottima VISIBILITÀ nel web.
Oltre 85 Stati stranieri cercano www.piccoledolomiti.info, ma ai Comuni chiusi nei propri problemi non capiscono che questa sarebbe una grande opportunità economica e un INVESTIMENTO per il Futuro e il lavoro per le prossime generazioni.

- Ricerca SPONSOR nei settori HOTEL, RISTORANTI, ma anche SPORT, CULTURA, LIBRERIE, ecc.

- Cosa da fare urgente è quella di rinnovare il PORTALE TURISTICO www.piccoledolomiti.info
Avremmo bisogno di un esperto in informatica, e non appena avremo le ADESIONI dei migliori RISTORATORI Sponsor, iniziare ad inserirli per il BOOKING.

- Poi serviranno le GUIDE riconosciute e gli Accompagnatori per i vari temi (vedi i numerosi gruppi creati), i FOTOGRAFI e VIDEO amatori ufficiali, gli SCRITTORI per documentare e far conoscere le molte cose da visitare attraverso i numerosi TOURS, PERCORSI e CIRCUITI che abbiamo preparato.

- In Progetto ci sono molte idee (Libri a tema, Giornale Turistico, Calendario, News, Prodotti Locali, Sport, ecc) e siamo aperti anche a suggerimenti, vs. PROGETTI, IDEE.

Abbiamo bisogno di conoscere le Vs.qualità e preparazione professionale.

Contattateci su MESSENGER o scrivere a: info@piccoledolomiti.info
Cell.3490926085

Progetto V.I.V.E. http://piccole-dolomiti.blogspot.it/2017/07/progetto-vive.html

Progetto IL GRANDE MOSAICO http://piccole-dolomiti.blogspot.it/2014/01/progetto-turistico-il-grande-mosaico.html

Progetto UNESCO http://piccole-dolomiti.blogspot.it/2017/08/progetto-unesco.html

venerdì 7 luglio 2017

Walter Bonatti e il K2










Chiarezza sulla questione della VETTA del K2


- Quella notte sul K2, tra il 30 e il 31 luglio 1954, io dovevo morire. Il fatto che sia invece sopravvissuto è dipeso soltanto da me.

- Quello che riportai dal K2 fu soprattutto un grosso fardello di esperienze personali negative, direi fin troppo crude per i miei giovani anni.

-- A cinquantatré anni dalla conquista del K2, sono state finalmente ripudiate le falsità e le scorrettezze contenute nei punti cruciali della versione ufficiale del capospedizione prof. Ardito Desio. Si è così ristabilita, in tutta la sua totalità, la vera storia dell'accaduto in quell'impresa nei giorni della vittoria.

- 28 luglio mattino, settimo campo, quota 7345. Come un estraneo assisto alla partenza dei miei compagni che stanno per iniziare l'ultima fase d'attacco al K2. Sono Erich Abram, Achille Compagnoni, Pino Gallotti, Lino Lacedelli, Ubaldo Rey. Tre giorni fa, quando raggiungemmo per la prima volta questa quota e vi fissammo il settimo campo, anch'io, come tutti del resto, ero duramente provato ma pieno di volontà e di speranza. Poi per l'ennesima volta si guastò il tempo e per due giorni e tre notti rimanemmo prigionieri nelle tende. La prima sera mangiai qualcosa che non digerii, penso sia stata una scatoletta di sardine sott'olio, e da allora non riuscii a sorseggiare che poca limonata. 

- Invano attendiamo che Lacedelli e Compagnoni ricompaiano. Riprendiamo a chiamare, a chiedere aiuto, ma nessuno più si farà vivo per tutta la notte.

- Come un marchio di fuoco sento che qualcosa di grave si sta imprimendo nel mio animo.

- Alternando una promessa a una preghiera, convinco Mahdi a sedere accanto a me. Resosi conto che i due lassù ci avevano abbandonati, adesso il compagno voleva a ogni costo ritornare all'ottavo campo e lo manifestava con gesti dissennati. Per due volte ero riuscito a trattenerlo quando gli capitò di trovarsi sul punto di cadere a capofitto.

- Mi tolgo i ramponi dai piedi per favorire la circolazione del sangue.

- Ore 23. Cinque cuori esultano per la stessa conquista, nella stessa tenda all'ottavo campo. I loro nomi sono: Abram, Gallotti, Compagnoni, Lacedelli, io. In questo momento, e solo per questo momento, mi impongo di dimenticare il resto. Ma cancellare per sempre dalla mente una simile esperienza sarebbe ingiusto. Fatti come questo, segnano indelebilmente l'anima di un ragazzo e ne scuotono l'assetto spirituale, ancora acerbo. 

- Monte Argentario, 18 aprile 2001 Al Presidente della Repubblica CARLO AZEGLIO CIAMPI Palazzo del Quirinale -- Roma Signor Presidente Ho appena visto al telegiornale la cerimonia svoltasi al Quirinale in onore del prof. Ardito Desio per il suo 104° compleanno. Lei lo ha premiato con un prestigioso riconoscimento che assume il massimo valore proprio perché consegnato dalle Sue mani. Anch'io come tanti rispetto il traguardo anagrafico del professor Desio e la sua opera di studioso; ben diverso credo sia invece il suo merito come Capo della riuscita Spedizione Nazionale Italiana per la conquista del K2, nel 1954. La stimo, moltissimo, Signor Presidente, ed è la ragione per cui mi pernotto di inviarLe questo mio libro sperando che trovi il tempo per sfogliarlo: è la storia postuma di questa grande Spedizione Nazionale, di cui ho fatto parte. Non è tanto la mia vicenda personale che intendo portare alla Sua conoscenza, essendo essa complementare all'impresa, bensì voglio informarLa sul falso storico contenuto, tuttora, nelle relazioni e nei documenti ufficiali della conquista del K2; un falso storico ormai riconosciuto come tale nel mondo intero. Vorrei dunque che una persona come Lei fosse totalmente informata sull'argomento, poiché la posizione ufficiale di questo fatto non fa certo onore al nostro Paese. Grazie per avermi ascoltato. Con il massimo rispetto e ammirazione.

- Passarono ancora altri anni, e nel 1993 ecco un fatto inspettato che giunge ad avvalorare ulteriormente le testimonianze raccolte in Processo al K2. Un chirurgo di Melbourne, il professor Robert D. Marshall, scopre nell'edizione inglese di Berge der Welt (del 1955), e rende note, due fotografie che mostrano Compagnoni sulla cima del K2 appena raggiunta: sul volto porta ancora la maschera, collegata da un lungo tubo alle bombole di ossigeno, posate ai suoi piedi... Ecco, lampante e inequivocabile, la definitiva dimostrazione del falso sull'ossigeno.

-- Siamo giunti al quarantesimo anniversario della conquista del K2, e il CAI, finalmente, annuncia la tanto attesa revisione storica dell'assalto finale alla grande montagna.

- Ma è proprio qui che si manifesta il bluff del Club Alpino Italiano, ovvero l'inganno di considerare, come pretesa revisione storica, una motivazione niente affatto pertinente alla reale «pietra dello scandalo». Cosa quindi mai da nessuno ritenuta «sospetta».

- Ebbene, ormai mancano solo due mesi alla celebrazione del 50° anniversario della conquista, ma, dall'aria che tira, già sembra di poter dire che ogni divergenza sui fatti del K2 verrà, maldestramente come sempre, insabbiata e dunque ignorata nei testi ufficiali. E con ciò quel siffatto CAI, commemorando l'impresa del 1954, ancora una volta vorrà farci credere di aver assolto totalmente i suoi obblighi, il suo dovere morale sulla tanto avversata – ma che rimarrà insoluta – questione K2.

- In definitiva, stando così le cose, si deve dire purtroppo che anche questa vicenda squallida del K2 è entrata a pieni voti nell'omertoso cerchio delle più basse storie nazionali che rimangono insolute. Però c'è ancora una qualche speranza di spezzarlo, quel cerchio, per risanarne il contenuto. Capace di infrangerlo sarà soltanto, lo ripeto, un futuro più attento ai valori e anche più responsabile di quanto non è stata la nostra epoca. Ci vorrà insomma un'Italia finalmente capace di far emergere con fermezza la parte migliore di sé, per uscire dal pernicioso declino in cui si trova. Ma questo, io, non arriverò a vederlo. [Explicit]

- Se io dunque traspongo questi princìpi nel mondo degli uomini, mi troverò immediatamente considerato un fesso e comunque verrò punito, perché non ho dato gomitate ma le ho soltanto ricevute. È davvero difficile conciliare queste diversità. Da qui l'importanza di fortificare l'animo, di scegliere che cosa si vuole essere. E, una volta scelta una direzione, di essere talmente forti da non soccombere alla tentazione di imboccare l'altra. Naturalmente il prezzo da pagare per rimanere fedele a questo «ordine» che ci si è dati è altissimo.

- Nessuno dei grandi viaggiatori avventurosi è stato tanto nel mio pensiero quanto Luigi Amedeo di Savoia, duca degli Abruzzi. Posso dire che dei maggiori esploratori del passato, dai quali ho tratto sempre ispirazione per le mie mete, è lui che più di tutti ho portato nell'animo durante i miei viaggi nel mondo più arduo e integro. Sulle Alpi e sull'Himalaya, in Alaska, nelle regioni polari, sui Monti della Luna, sul K2 in particolare, è in questo nobile eroe che, pur nella mia limitata condizione, ho potuto identificarmi. Ma ho avuto motivo di riconoscermi in lui anche attraverso le amarezze di un vivere colmo di contraddizioni e di inganni, dove la responsabilità, la coerenza, la dignità e infine, perché no, il successo, che malgrado tutto può giungere anche a chi tanto ha dovuto pagare sulla propria pelle, ostinatamente non sono mai perdonati.

- [Luigi Amedeo di Savoia, duca degli Abruzzi] Questo magnifico gentiluomo dalle doti più elevate e dagli interessi più degni: l'ultimo di una razza speciale. Ma un rimpianto lascia in me il duca degli Abruzzi: quello di non aver potuto vivere nel suo tempo. Chissà, forse mi sarei trovato nel suo gruppo di guide, legato alla sua corda, sul K2.

- Non m'interessa parlare della notte che cambiò la vita, che ha reso il mio carattere per sempre sospettoso e diffidente. Avevo visto la durezza della guerra. Il giorno prima con i miei amici, partigiani, giocavamo a calcio, il giorno dopo erano nella chiesetta, cadaveri, sfigurati in viso dagli scarponi chiodati. Ho visto la fucilazione dei gerarchi fascisti, ero a piazzale Loreto quando appesero Mussolini a testa in giù come un maiale, sapevo cos'era la cattiveria, ma ignoravo l'infamia. Ho aspettato due mesi che Compagnoni venisse a darmi una pacca sulla schiena, a dirmi che aveva fatto una fesseria, a chiedere scusa, perché può capitare di essere vigliacchi, ma deve anche capitare di ammetterlo. Invece niente, invece sono finito sul banco degli accusati, ero io la carogna, non loro che avevano mentito sull'uso delle bombole, delle maschere, sull'orario del balzo finale alla vetta.

- [Sulla vicenda del K2] Nella relazione ufficiale di Desio che il Cai ha accettato è sbagliata la quota del mio bivacco, quella del campo di Compagnoni e Lacedelli, l'uso e la durata delle bombole di ossigeno, niente affatto esaurito prima dei duecento metri di dislivello sotto il K2, e l'ora in cui dettero l'assalto alla vetta. E tutto questo perché? Perché l'impresa oltre ad avere successo doveva essere anche eroica. Far vedere che gli italiani erano stati non solo bravi, ma anche straordinari.

- [Sulla vicenda del K2] Ne abbiamo fatto una montagna di merda, coperta di menzogne, perfino la stampa straniera ci chiede "perché?". E tutto questo perché non riusciamo ad essere un paese pulito, dobbiamo strumentalizzare le occasioni, la verità, sporcare gli uomini. L'Italia è un paese di complici, dove non esiste solidarietà tra onesti, ma solo scambio tra diversi interessi, dove il sogno di Desio doveva restare immacolato. Dove solo io potevo essere infangato, disprezzato, accusato. Non solo, ma qualsiasi controversia non viene mai affrontata, si preferisce accantonarla, non prendere la responsabilità di una scelta. Mentre oggi agli idoli sportivi imbottiti di droga tutto viene perdonato perché sono l'immagine del paese. E se solo guardo quello che passa in tv mi viene schifo: quelle persone sull'isola, che si fanno riprendere, quella buffonata. Con quale rispetto verso i padri dell'avventura, verso chi ha cercato frontiere e parole nuove come Melville, Jack London e Stanley? Io sul K2 in una notte del '54 sono quasi morto, ma quello che mi ha ucciso è questo mezzo secolo di menzogna. Ho urlato così tanto quella notte nella mia disperazione che adesso non voglio avere più voce. La puzza del K2 la lascio a voi, io preferisco respirare.

- Era un freddo pomeriggio dei primi di maggio del 1965 e stava per concludersi la lunga trasvolata che da Ottawa mi portava a Whitehorse, nel centro più avanzato del Grande Nord-Ovest canadese: una terra che ancora non aveva storia ma soltanto cronache di caccia e racconti d'avventura che con il tempo si erano trasformati in miti e leggende. [Klondike: sulla via dei cercatori d'oro, 1965].

- Svegliarsi un mattino e rendersi conto che da vari giorni vivi su un isolotto di lave fumanti sperduto nel mar della Sonda è la premessa migliore per garantirsi l'avventura e l'emozione per la nuova giornata che sta iniziando. Questo mi capita nel dicembre 1968 mentre sto compiendo un sopralluogo su ciò che è rimasto del famoso vulcano Krakatoa, inaspettatamente esploso ottantacinque anni prima. [Krakatoa, sui resti di un cataclisma, 1968].

- Chissà quanti, leggendo un libro di avventura, avranno provato quel tale trasporto che induce a immedesimarsi nel protagonista della vicenda, fino a ritrovarne, quasi a riviverne, le sensazioni descritte dall'autore. Ebbene, questo io l'ho provato leggendo Taipi, il primo libro di Herman Melville nato dai ricordi, lo rimarca lo stesso autore, di un'autentica avventura vissuta sullo sfondo delle isole dei mari del Sud. [Sulle orme di Melville, 1969].

- L'Italia è un paese di complici, dove non esiste solidarietà tra onesti, ma solo scambio tra diversi interessi.

- Oggi agli idoli sportivi imbottiti di droga tutto viene perdonato perché sono l'immagine del paese.

- Se solo guardo quello che passa in tv mi viene schifo: quelle persone sull'isola, che si fanno riprendere, quella buffonata. Con quale rispetto verso i padri dell'avventura, verso chi ha cercato frontiere e parole nuove come Melville, Jack London e Stanley?

- Io sul K2 in una notte del '54 sono quasi morto, ma quello che mi ha ucciso è questo mezzo secolo di menzogna.

- Ho urlato così tanto quella notte [sul K2] nella mia disperazione che adesso non voglio avere più voce. La puzza del K2 la lascio a voi, io preferisco respirare.

- Così il CAI Centrale si limita a «riconoscere a Bonatti il giusto merito per l'apporto alpinistico da lui dato alla vittoria del K2»... E chi mai, fin dall'inizio, ne aveva dubitato? Risultò insomma, tout court, una finta, assurda e persino ridicola revisione storica.

WALTER BONATTI



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